Colori e luci dominano l’estro creativo di Marina Colombo. Nelle opere vuole esternare quanto di sé ha più di profondamente radicato, attingendo nella sfera dell’inconscio così come rievocando e richiamando immagini, scenari, scorci, paesaggi prediletti nel ricordo e nella memoria, popolati e animati da soggetti ed elementi compositivi d’impronta dinamica recuperati dall’immaginario. La sua è una pittura saldamente legata anche alle rappresentazioni del mare e delle nature morte, arricchite e valorizzate da brillanti e vivaci tonalità cromatiche.

La luce filtrata attraverso i pennelli della fervida immaginazione e dell’innata capacità d’inventiva scorre sulle tele, evidenziando la sfera più vera e autentica dell’anima, sorretta da un anelito di visionarietà onirica e fiabesca. Dipinge e interpreta le raffigurazioni come sogni della propria realtà quotidiana fatti ad occhi aperti e le inserisce considerandole personificazioni universali, dotate di una particolare essenza contenutistica, che lo spettatore deve saper carpire e assaporare.

La natura impressionista ed espressionista della fantasia ideativa ne traduce il sentire appassionato e la sensibile umanità. Lo slancio di tensione artistica, che l’accompagna, dirompe in un desiderio spontaneo, in un bisogno impellente di spazialità, che sfocia in una ricerca continua e costante all’interno del mondo che la circonda e in una visione sostanziale costitutiva di un’atmosfera quasi surreale e illuminante, materialmente e spiritualmente, di cui rendere partecipe il fruitore. I lavori, inquadrati in versione di antologia totalitaria, compongono virtualmente i pezzi di un puzzle, formano un composto narrativo, che rielabora e rivela la sua proiezione esistenziale più segreta e nascosta, che la spingono a orientarsi ben oltre la linea di confine della visuale d’orizzonte impressa nella creazioni, percorrendo un misterioso sentiero di realismo magico.

Sulla scia degli aulici versi di Umberto Saba “L’opera d’arte è sempre una confessione” la Colombo nei dipinti ci parla di emozioni, sentimenti, fermenti di genialità , che sviluppano idee in un afflato di sublime e tenero romanticismo, in cui si percepisce l’amore per le meraviglie del creato e per il senso dell’esistenza. La maturità esecutiva testimonia l’impeccabile precisione per il dettaglio e genera un’intensità strutturale, che incanta e ipnotizza lo sguardo. I suoi sono gli “Appunti visivi” di un diario formulato con stile realistico e fantastico congiunti insieme, per canalizzare l’uomo e la sua incontenibile voglia di libertà e di evasione verso luoghi di rinascita e di armonia.

Elena Gollini – curatrice d’arte e giornalista